Case residenza anziani senza confini

Una delegazione di studenti americani provenienti da diverse facoltà, ospiti presso Usac, un consorzio di università degli Stati Uniti che ha sede anche a Reggio Emilia, ha scelto l’Azienda di Servizi alla Persona RETE- Reggio Emilia Terza Età – come esempio di eccellenza tra le strutture per anziani per la qualità del servizio in termini di personalizzazione dell’intervento con l’obiettivo di conoscere da vicino i meccanismi che regolano i servizi pubblici, quali progetti vengono attuati e le professionalità coinvolte nell’assistenza.

Nella mattina di Mercoledì 28 Ottobre, il gruppo composto da 20 studenti provenienti da diversi stati come la California, l’Arkansas e il Michigan guidato dalla professoressa Dr. L. Jean Henry della facoltà “Culture, Society and Health – Ethics in Public Health and Health Care“, dalla direttrice Usac della sede reggiana e da Lucrezia Calvi coordinatore della casa residenza I Tulipani, ha mostrato grande interesse verso l’approccio assistenziale di RETE: tra progetto individuale e costruzione sociale (Reggio Emilia’s approach to aging).
 

Come fosse una piccola città, al centro della casa residenza I Tulipani è collocata una “piazza”, luogo di aggregazione e di scambio per eccellenza, uno spazio immerso in una luce naturale che entra dalle alte vetrate e che collega visivamente l’esterno con l’interno.
Gli altri locali, la palestra, l’angolo bar, il laboratorio, il guardaroba, la cappella e la zona pranzo, si sviluppano tutto intorno, addio ai confini quindi e alle separazioni e benvenuta la relazione, l’incontro, che qui è sempre voluto, ricercato, incentivato sia tra gli anziani, che tra anziani e operatori, che tra gli ospiti e la comunità esterna. La piazza all’italiana è la rappresentazione spaziale e metaforica di un approccio multidisciplinare che attira le curiosità del mondo.

Gli studenti americani, come raccontava la professoressa Henry, non sono abituati a trascorrere tempo o a incontrare persone della terza età, pertanto sono rimasti sorpresi ed affascinati dai progetti inter-generazionali che regolarmente a RETE si svolgono e che sempre di più diventano ingrediente essenziale della coesione sociale.

La mattinata è stata anche un occasione per interagire direttamente, i ragazzi hanno stimolato gli anziani con alcuni giochi guidati dalle animatrici e in alcuni casi si sono fermati a chiacchierare in inglese, come con la signora ospite Marisa Iotti che in gioventù era emigrata in America e che ha piacevolmente ricordato e raccontato quegli anni.

La visita è stata pertanto un’opportunità di dialogo reciproco, di confronto, di ascolto e osservazione e molto apprezzate sono state le mostre fotografiche che raccontano le attività che si svolgono in struttura e l’intreccio dei rapporti tra gli abitanti della casa (anziani e persone che vi lavorano) con il territorio esterno. Una declinazione di quei concetti di permeabilità, di reciprocità e di scambio che rappresentano le caratteristiche distintive dell’esperienza reggiana.
 
Dall’America arriva quindi una sferzata di entusiasmo, arriva il messaggio che l’approccio reggiano all’invecchiamento è quello giusto, e che se un giorno tutto questo viene visto, colto ed apprezzato anche da persone lontane, allora la gratificazione si trasforma in motivazione sincera.