"World in progress" il tema dell’edizione 2010.
Remida è un luogo dove si promuove l’idea che i rifiuti sono risorse e dove si raccolgono, si espongono e si offrono materiali alternativi e di recupero, ricavati dalle rimanenze e dagli scarti domestici o della produzione artigianale per reinventarne il loro uso e significato.
I parenti degli ospiti delle strutture di RETE hanno partecipato attivamente alla fiera dell’usato domestico, un progetto che ha lo scopo di ridare una seconda vita agli oggetti; è stato consegnato il materiale non più utilizzato alle animatrice o alle RAAI delle strutture e domenica 23 Maggio a Piazzale Europa coordinatori, operatori e collaboratori di RETE hanno esposto tutti gli oggetti consegnati.
Grande successo ha avuto l’iniziativa e il banchetto di RETEmiday: porcellane, giochi, oggetti di vetro, soprammobili di legno e vestiti sono stati esposti e offerti a prezzi che variavano dai 50cent a 1 euro: la raccolta della giornata sarà messa a disposizione di una delle strutture di RETE individuata a sorteggio che beneficerà del ricavato e potrà acquistare un oggetto utile per arricchire le attività di socializzazione e animazione che regolarmente si svolgono nelle case protette.
I significati di questo progetto sono molteplici: il recupero di gesti tradizionali, il riutilizzo di materiali di scarto, la possibilità di mettere in campo diverse abilità e competenze, la possibilità di instaurare nuove relazioni condividendo l’esperienza con amici ed estranei, di creare l’occasione di incontri anche effimeri tra generazioni diverse. Il confronto con il materiale che stimola la creatività e dà luogo a nuovi oggetti, ma anche a nuovi legami tra i suoi creatori.
La cultura "usa e getta" del passato deve cedere il passo al concetto di "Riciclaggio Creativo" delineando una diversa prospettiva del guardare agli oggetti che non hanno più una loro nascita, vita e morte definitiva, ma che possono "risorgere" in un possibile divenire di riutilizzo creativo.
Remida è un vero e proprio progetto culturale che rappresenta un modo nuovo, ottimistico e propositivo di vivere l’ecologia e di "costruire il cambiamento" valorizzando i materiali di scarto, i prodotti non perfetti e gli oggetti senza valore, per accedere all’idea di nuove possibilità di comunicazione e creatività in una nuova logica di rispetto dell’oggetto, dell’ambiente e dell’uomo.