Nelle principale piazze d’Italia
ANAP Confartigianato e Dipartimento di Scienze dell’invecchiamento dell’Università "La Sapienza" di Roma hanno siglato un accordo finalizzato a sostenere ed accompagnare tutti coloro che convivono quotidianamente con il problema Alzheimer, attraverso la predisposizione di specifici programmi di assistenza, ricerca, formazione e informazione, oltre che di prevenzione e medicina predittiva. Attraverso una rete sempre più ampia di enti, associazioni ed istituzioni, ed in collaborazione con le Asl e le sedi Confartigianato territoriali di riferimento, si sta quindi procedendo alla promozione di eventi formativi ed informativi con l’obiettivo di fornire gratuitamente una serie di competenze necessarie. La finalità principale di questo programma è la creazione di un modello di "formazione all’assistenza" replicabile su tutto il territorio nazionale, in grado di fornire agli utenti una serie di conoscenze e competenze in materia geriatrica/medica, ma soprattutto di supporto psico-fisico alle persone affette da patologie complesse quali il morbo di Alzheimer e le demenze senili in genere. Anche per l’anno in corso, ANAP ha indetto la Giornata nazionale di prevenzione dell’Alzheimer 2010, che si terrà sabato 27 marzo nelle principali piazze d’Italia.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Il numero sempre crescente, su tutto il territorio nazionale, di persone anziane non autosufficienti, poiché colpite dalle forme più svariate di disturbi cognitivi, in primis l’Alzheimer, ha determinato, in seno all’Anap, l’esigenza di sostenere ed accompagnare, attraverso percorsi studiati ad hoc, tutti coloro che convivono quotidianamente con queste problematiche, poiché afflitti dalle stesse, o perché, in qualità di familiari o di assistenti esterni, si occupano giorno per giorno del loro sostegno e della loro cura.
Alla luce di queste osservazioni ed esigenze, nel 2005 l’ANAP Confartigianato ed il Dipartimento di Scienze dell’invecchiamento dell’Università "La Sapienza" di Roma hanno siglato un accordo mirato al conseguimento di tali obiettivi, mediante la predisposizione di specifici programmi di assistenza, ricerca, formazione e informazione, oltre che di prevenzione e medicina predittiva.
Finalità principale di queste azioni di supporto è l’offerta ai soggetti coinvolti di adeguati strumenti teorici e pratici, sia per migliorare la qualità della vita di chi soffre delle varie tipologie di demenza, sia per facilitare lo svolgimento di un ruolo che, per le sue caratteristiche e le responsabilità che comporta, si presenta spesso estremamente delicato e complesso.
Il progetto di predizione e prevenzione dell’Alzheimer prevede dunque alcuni passaggi fondamentali:
1. Il finanziamento di tre dottorati all’interno del Dipartimento di Scienze dell’invecchiamento, per un periodo di tre anni
2. La formazione ai caregiver interni alle famiglie
3. L’organizzazione di una Campagna Nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica su una tematica così attuale e preoccupante
4. La compilazione e la raccolta di questionari pensati ad hoc da professionisti del settore destinati alla creazione di una banca dati che permetta di individuare, attraverso l’analisi di appositi indicatori riguardanti fattori genetici, sociali e familiari, l’eventuale predisposizione dei soggetti intervistati nei confronti di disturbi cognitivi di tipo degenerativo, con particolare riferimento al morbo di Alzheimer.
5. L’ elaborazione e l’analisi dei dati raccolti al fine di identificare i soggetti a rischio e, attraverso l’intervento diretto di geriatri competenti per territorio, la realizzazione di uno screening mirato a rallentare i tempi di insorgenza delle demenze.
6. Il prelievo e lo studio del genoma
Partendo da questi presupposti, con l’aiuto e la collaborazione di partner di primo piano del settore, si è giunti alla conclusione che il sostegno ai malati o ai potenziali tali non può prescindere da un’adeguata formazione e consapevolezza da parte di chi li assiste e li accompagna in ogni momento della vita quotidiana.
Attraverso una rete sempre più ampia di enti, associazioni ed istituzioni, ed in collaborazione con le Asl/Uls e le sedi Confartigianato territoriali di riferimento, si sta quindi procedendo alla promozione di eventi formativi ed informativi con l’obiettivo di fornire loro – gratuitamente – una serie di competenze reputate utili, se non addirittura necessarie.
La finalità principale di questo programma è la creazione di un modello di "formazione all’assistenza" replicabile su tutto il territorio nazionale, in grado di fornire agli utenti una serie di conoscenze e competenze in materia geriatrica/medica, ma soprattutto di supporto psico-fisico alle persone affette da patologie complesse quali il morbo di Alzheimer e le demenze senili in genere.
Allo stato attuale, si prevede l’attivazione dei percorsi formativi e informativi presso alcune ASL rappresentative del territorio nazionale nel suo complesso. Non si esclude, tuttavia, la possibilità di proporre lo strumento in maniera più puntuale e specifica qualora le richieste, la collaborazione ed il sostegno locale fossero tali da consentirne la realizzazione.
COS’E’ L’ALZHEIMER?
Il morbo di Alzheimer un processo, degenerativo ed incurabile, che distrugge progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l’individuo che ne è affetto incapace di una vita normale.
La malattia è dovuta a una diffusa distruzione di neuroni, causata principalmente dalla beta-amiloide, una proteina che depositandosi tra i neuroni agisce come una sorta di collante, inglobando placche e grovigli "neurofibrillari".
La malattia è accompagnata da una forte diminuzione di acetilcolina nel cervello, sostanza fondamentale per la memoria ma anche per le altre facoltà intellettive. La conseguenza di queste modificazioni cerebrali è l’impossibilità per il neurone di trasmettere gli impulsi nervosi e quindi la morte. All’inizio i sintomi – qualche difficoltà a ricordare e la perdita delle capacità intellettive – possono essere così lievi da passare inosservati, sia all’interessato che ai familiari e agli amici.
Ma, col progredire della malattia, i sintomi diventano sempre più evidenti, e cominciano a interferire con le attività quotidiane e con le relazioni sociali. Le difficoltà pratiche nelle più comuni attività quotidiane, come quella di vestirsi, lavarsi o andare alla toilette, diventano a poco a poco così gravi da determinare, col tempo, la completa dipendenza dagli altri. La malattia di Alzheimer non è né infettiva né contagiosa. Oggi si ritiene, invece, che la malattia colpisca sia persone al di sotto dei 65 anni di età che persone al di sopra dei 65 anni. Di conseguenza, oggi, ci si riferisce spesso alla malattia come a una demenza di Alzheimer, specificando, eventualmente "ad esordio precoce".
COME PARTECIPARE?
Presso tutte le Sedi Territoriali dell’Anap, è possibile compilare appositi questionari, con allegato il Mini Mental State Examination, che permetteranno di raccogliere dati da inviare al Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento dell’Università "La Sapienza" di Roma.
Un team di ricercatori esperti del settore provvederà alla raccolta ed alla rielaborazione delle informazioni trasmesse e fornirà, a chi sarà interessato, tutte le indicazioni sui geriatri aderenti alla FIMeG a cui rivolgersi per eventuali consulenze e check-up.