Nascono dalle mani di anziani, ragazzi e bambini, e sono destinate a tornare tra le loro stesse mani: per gioco, collezione, amicizia o per sogno.
E, come per incanto, a Natale riusciranno anche a salvare la vita di molti bambini meno fortunati, sono le Pigotte dell’Unicef: un centinaio di bamboline di pezza realizzate dagli anziani ospiti di RETE che mercoledì 3 dicembre sono state ufficialmente consegnate alla Presidente del comitato provinciale Unicef Albarosa Paganelli presso la casa di riposo Omozzoli Parisetti; le bambole saranno poi esposte dall'UNICEF nel periodo natalizio in piazza del Monte per contribuire al programma di vaccinazioni a favore dei bambini del terzo mondo.
![](https://www.asp.re.it/wp-content/uploads/2014/12/1-pigotte.jpg)
La coordinatrice della casa di riposo Raffaela Contì ha fatto gli onori di casa per celebrare con un momento di festa l'impegno che lega gli anziani ai bambini a testimonianza di una solidarietà intergenerazionale fortemente sentita dagli ospiti di RETE.
![](https://www.asp.re.it/wp-content/uploads/2014/12/1-labarosa-raffa.jpg)
Come per gli anni precedenti, le atelieriste e animatrici hanno progettato attività finalizzate alla confezione delle Pigotte: insieme agli anziani ne hanno deciso l'aspetto, studiato la caratterizzazione, predisposto sagoma e imbottitura secondo le indicazioni dell'UNICEF, ed infine hanno reperito i materiali più adatti alla confezione dell'abito.
Un grazie per lo splendido lavoro a tutti gli anziani, alle atelieriste Monica, Vanna, Marisa, Roberta, Lorella, Lia, Francesca e alle volontarie Caterina, Teresa e Lucia.
Sono una diversa dall’altra, poiché tutte rigorosamente fatte a mano.
Ma come nasce una Pigotta, e, soprattutto, chi la crea?
Nei laboratori allestiti durante tutto l’anno presso i centri diurni di RETE e le case residenza, le sapienti mani degli anziani sono intervenute in tutte le fasi in base ad abilità ed esperienza, sotto la guida creativa delle atelieriste; si cuciono le due sagome simmetriche di tessuto, poi si maschera la cucitura rivoltando la stoffa; resta poi aperto un piccolo foro che permette di inserire all’interno l’imbottitura tramite l’ausilio di un cucchiaio di legno, poi si arriva ai dettagli: le mani, i piedi, il viso. Chiuso questo piccolo foro, occorre regalare alla bambola dei bei capelli, che possono essere realizzati in lana, passamaneria o rafia: calcolata la lunghezza ideale, si taglia la lana così da ottenere capelli per entrambi i lati del viso. Per modellare il vestito è possibile utilizzare davvero di tutto: stoffa, pizzi, ricami, passamaneria, maglia ai ferri o uncinetto. Infine occorre dare un sorriso alla bambola ed inizia la parte delicata di decorazione del viso e la Pigotta dell’Unicef è pronta per dispensare felicità ai bambini vicini e lontani, perché la Rag-Doll più famosa d’Italia non conosce razze, etnie o differenze sociali: seppur con un cuore di pezza, è capace di realizzare sogni.
![](https://www.asp.re.it/wp-content/uploads/2014/12/1pppigo.jpg)
Creare una bambola per RETE significa inoltre coinvolgere l’intero ciclo della vita: bimbi, giovani e anziani: un popolo di fieri Pigottari. Nei centri diurni e nelle case residenza di RETE duranti i laboratori sono stati accolti bambini della scuola elementare Collodi, ragazzi dell’istituto magistrale Matilde di Canossa e volontari della parrocchia San Giuseppe: un modo di vivere attivamente la cittadinanza, di partecipare e di fare volontariato. Un’apertura al territorio che valorizza il sapere e l'abilità degli anziani ospiti, la creatività delle atelieriste che vengono tramandati da generazione in generazione.
Il lavoro svolto è il simbolo di un gesto condiviso, è la possibilità costante di instaurare nuove relazioni condividendone l’esperienza e creando l’occasione di incontri tra generazioni e competenze diverse.
La solare Presidente Unicef di Reggio Emilia Albarosa Paganelli, ha accolto gli anziani di RETE con simpatia ed entusiasmo per la vita – “Sono grata a tutti voi e felice di ritrovarvi ogni anno. Mi commuovo perché le bambole che realizzate sono ogni volta più belle. Continuate con passione a creare e realizzare qualcosa di unico, oltre ad essere un progetto a sostegno dei bambini, offre un enorme soddisfazione perchè il lavoro dà senso alla nostra vita. Il mondo ha bisogno di tutti noi! Quindi diamoci appuntamento per l’anno prossimo. Non mancate!”