I famigliari debbono farsi carico di parte della retta di degenza in CRA
Il Tribunale di Bologna Sezione Civile ha accolto la tesi di ASP Città di Bologna, ed ha respinto la domanda sollevata da parte di eredi di una ospite che lamentavano l’illegittimità di quanto a suo tempo pagato per l’assistenza prestata alla madre affetta da Alzheimer, presso una Casa Residenza Anziani di ASP, in cui è stata ricoverata alcuni anni.
Tali costi dovevano, a loro dire, essere integralmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale in ragione della patologia della madre, chiedendo quindi la non applicazione delle norme nazionali e regionali che regolamentano tale materia, ponendo un tema anche di legittimità costituzionale delle stesse.
Secondo tali norme, infatti, è prevista la copertura dei costi di ricovero sia da parte del Servizio Sanitario Nazionale, sia da parte del beneficiario del ricovero, cosiddetta “retta”, che può essere posta a carico del Comune solo in caso di indigenza dell’utente.
Secondo la sentenza è corretto che l’utente, e in sua vece i familiari con possibilità economiche, contribuisca al costo della permanenza presso la Casa Residenza Anziani nella misura del 50%, restando l’altro 50% a carico del Servizio Sanitario. Le norme pertanto sono costituzionalmente legittime e applicabili nella fattispecie.
Una sentenza storica che per la prima volta ribadisce come le prestazioni socio-sanitarie in strutture accreditate, anche a favore dei malati di Alzheimer, siano a carico del Servizio Sanitario Nazionale ma anche del cittadino che ne usufruisce, quale quota di compartecipazione alla spesa per quella parte assistenziale che è a corredo della prestazione meramente sanitaria.