La musica per stimolare i sensi e interagire con gli altri. Su questo si basa il progetto di Musicoterapia portato avanti presso la Casa di riposo Omozzoli Parisetti, sostenuto e in parte finanziato dall’Associazione Amici dell’Omozzoli Parisetti, che ha utilizzato la musica come strumento per migliorare le attività funzionali e lo stato emotivo degli ospiti partecipanti.
Il progetto, ora concluso, ha coinvolto tre anziane di età compresa tra i 69 e i 74 anni e si è svolto con la collaborazione dei professionisti della Casa Musicale del Rio che ha seguito l’approccio musicoterapeutico relazionale, la musica quindi come mediatore relazionale: attraverso l’uso della comunicazione alternativa alla parola, attraverso un linguaggio sonoro e musicale sostenuto da stimoli tattili e percettivi, aiuta il paziente ad arrivare ad un miglioramento dei processi comunicativi e relazionali.
La scuola di musica, da oltre 38 anni, promuove la metodologia Yamaha, attraverso corsi di musica che iniziano fin dall’età prescolare, con corsi per bambini a partire dai 18 mesi. La scuola aderisce ad un programma di ricerca in collaborazione con il Prof. Alfredo Raglio, responsabile del Laboratorio di Ricerca in Musicoterapia Istituti Clinici Scientifici Maugeri IRCCS e del Master in Musicoterapia dell’Università degli Studi di Pavia; il prof. Raglio ha supervisionato l’intero progetto promosso al Parisetti.
Le sedute di musicoterapia sono state finalizzate a raggiungere uno stato di benessere e a sviluppare e incrementare la capacità di espressione di sé attraverso la sintonizzazione emotiva di gruppo. Gli incontri hanno avuto l’obiettivo di potenziare l’ascolto attivo verso l’altro consentendo alla persona di trasferire l’attenzione al proprio stato emotivo e di sintonizzarsi positivamente sulla relazione del gruppo attraverso le strategie messe in atto dalla terapeuta.
Gli incontri si sono sviluppati secondo uno schema in cui si prevedeva un momento di accoglienza verbale, un momento di improvvisazione musicale, prima guidata e successivamente in modalità spontanea, un momento conclusivo, dando progressivamente sempre più spazio alla musica. Ogni incontro è stato valutato in modo specifico attraverso l’uso della scala Music Therapy-session Assessment Scale e si è svolto un monitoraggio dettagliato e attento sulle singole sedute che ha evidenziato, attraverso dei dati specifici, i punti di forza e le criticità.
La musica ha creato un ponte, tracciando la strada delle memorie che l’improvvisazione musicale poteva aprire, e ha permesso agli ospiti di percorrerla a modo loro con la mente, con i pensieri e con le emozioni affiorate.
La musica può comunicare, emozionare, ricordare.
Il suono, un mediatore di emozioni