Martedì 12 marzo, il Teatro Cavallerizza ha accolto “Sotto le stelle della cura” evento culturale, realizzato in collaborazione con l’Associazione Zero K, per parlare di cure palliative attraverso le forme espressive dell’arte contemporanea.
Ha aperto il pomeriggio Mariella Martini Presidente di ASP REGGIO EMILIA presentando l’evento come un’opportunità per dialogare sul tema in modo inusuale perchè la cultura sollecita riflessioni e apre nuove prospettive.
Daniele Marchi, assessore al Welfare del Comune di Reggio Emilia, ha sottolineato l’importanza e la necessità di condividere esperienze e riflessioni; scegliere inoltre l’arte come linguaggio per trattare la fragilità permette di ritessere legami e connessioni su un argomento delicato e attuale.
Sono seguiti gli interventi di Valerio Iacomino, infermiere Ausl, che ha descritto gli approcci tecnici e la necessità di prendere in carico la persona prima della situazione di dolore facendo leva sull’importanza delle relazioni e dell’esserci, quindi “non di fare, ma di stare”.
Maura Poppi, Responsabile del Servizio Anziani di ASP, ha ricordato come l’azienda sia pronta culturalmente ad affrontare questo percorso grazie ad investimenti di formazione e progetti; occorre ora un lavoro anche sui singoli, sia professionisti che care-giver per continuare questo approccio culturale facendo leva su conoscenza e sensibilizzazione.
Laura Culzoni, medico palliativista del territorio, ha ricordato l’obiettivo principale delle cure palliative, dare qualità e dignità alla vita del malato fino alla fine. In questo delicato momento dell’esistenza sopraggiunge l’esigenza di ricevere un supporto che lenisca il dolore, inteso non solo come esperienza fisica e clinica, ma come processo esistenziale. Prendersi cura significa quindi occuparsi anche del dolore psicologico, sociale e spirituale ed anticipare la sofferenza.
Silvia Tanzi, medico palliativista che si occupa di ricerca e formazione ha sottolineato l’importanza di una pianificazione condivisa delle cure, soprattutto nelle persone con demenza occorre affrontare prima un dialogo sulle scelte di cura che si proporranno. I colloqui e i confronti sono di grande aiuto per definire priorità soggettive ed evitare accanimenti o scelte non condivise.
Informazione e racconto permettono di tessere i legami della conoscenza con l’obiettivo di innalzare la qualità di vita e percorrere insieme a chi è malato quel tratto di strada che per ciascuno di noi è diversa.
Realizzare un’intesa e creare una relazione per cogliere le paure e i timori affinché questi vengano accolti, sostenuti e non ignorati o banalizzati.
Questo potere, questo abbraccio può avvenire anche in “1 minuto di silenzio”, quello dello spettacolo teatrale di Saverio Bari, attore, regista e drammaturgo che nel buio del Teatro Cavallerizza seduto su una sedia traccia una linea dritta dalla Grecia antica agli anni 80 in quella parte d’Italia dimenticata che è la Calabria. Designa la filosofia greca e racconta la storia di un uomo semplice, con una vita umile, che nel silenzio trova la relazione e il più bello dei discorsi da tenere con sè stesso, gli altri e Dio.