Giovedì 14 novembre la Casa Residenza per anziani Villa le Magnolie ha aperto le porte a una delegazione di cinque studenti americani e una studentessa svedese provenienti da diverse facoltà universitarie del Massachusetts, Washington e California guidati dalla direttrice Usac Simona Lai e dalla professoressa Vanessa Artoni.
Ad accogliere i ragazzi la Presidente di ASP REGGIO EMILIA Mariella Martini, la coordinatrice di struttura Morena Magnanini e alcune delle principali figure professionali presenti nella casa residenza; è stata una mattinata dedicata all’approfondimento del modello assistenziale delle strutture reggiane e dell’organizzazione dei servizi, un’occasione di incontro e confronto con i responsabili, con il personale sanitario, la terapista occupazionale e il fisioterapista e con gli stessi ospiti.
L’esperienza è poi proseguita con la visita agli ambienti della Casa Residenza dove gli studenti hanno toccato con mano le attività svolte attraverso un percorso tra i diversi ambienti della struttura e il valore delle attività di animazione che vengono proposte agli anziani.
Nella mattinata era infatti in programma uno scambio intergenerazionale con una classe seconda della scuola elementare “Dante Alighieri”, uno dei tanti momenti di socializzazione proposti in Asp ai propri utenti, dove musica, canti e balli con i bambini, accolti nel salone principale della casa per festeggiare il periodo della tradizionale festa San Martino, hanno permesso di far vivere momenti speciali; la musica infatti ha sempre la capacità di evocare ricordi, stimolare emozioni e favorire l’interazione tra anziani e bambini.
Gli studenti hanno apprezzato l’idea di case residenze aperte alla comunità, al quartiere, alle scuole e quella logica di inclusione del modello socio-assistenziale reggiano, dove la persona, e non la malattia, è al centro dell’attività di cura, dove l’assistenza è realizzata in equipe con professionisti che lavorano insieme all’interno di relazioni con utenti e famiglie.
E’ un arricchimento importante anche per gli anziani ospiti avere confronti nuovi, provare a comunicare anche senza conoscere la lingua, ed è interessante che il modello assistenziale reggiano continui ad essere una materia di studio che andrà ad arricchire il percorso di formazione di questi ragazzi, ma ancora di più vedere i giovani che apprendono la bellezza delle fragilità e l’empatia.