Questa campagna della regione Emilia Romagna nasce per costruire fiducia, promuovere rispetto e diffondere consapevolezza verso chi lavora per la nostra salute.
Contro la violenza sul personale sanitario e socio-sanitario il risultato si fa insieme
La situazione oggi
- nel 2024 il numero complessivo di aggressioni è aumentato dell’11,7% rispetto al 2023, passando da 2.401 a 2.682 casi;
- Il 70,3% delle aggressioni è stato segnalato da professioniste donne;
- il personale infermieristico è più frequentemente coinvolto (59,7%) a seguire i medici (13,6%) e gli operatori socio-sanitari (11,4%).
A livello nazionale, nel 2023, sono state oltre 16.000 le segnalazioni di aggressioni a operatori sanitari, con circa 18.000 professionisti coinvolti (Fonte: Relazione sulle attività dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, 2023)
Ma la violenza non è mai una soluzione.
Cosa possiamo fare insieme?
Il primo passo è cambiare prospettiva: il personale sanitario è lì per aiutarci.
- Riconosciamo l’impegno e la competenza di chi lavora per la nostra salute
- Aiutiamo gli operatori nelle pratiche da svolgere fornendo le informazioni necessarie a comprendere meglio la situazione di chi necessita di assistenza
- Se qualcosa non è chiaro, chiediamo spiegazioni senza alterarci o alzare la voce
- Riconosciamo e rispettiamo i tempi di presa in carico e di visita, sapendo che ogni paziente ha bisogno di cure differenti
Nel sistema sanitario lavorano tanti professionisti, ognuno con un ruolo specifico per garantire la migliore assistenza possibile: è interessante e utile conoscerli sempre meglio.
Non sempre sul paziente è necessario l’intervento del medico per rispondere a un bisogno di salute. Prima potrebbe intervenire l’infermiere, professionista responsabile nell’assistenza diretta ai pazienti, nell’accettazione e nella presa in carico al pronto soccorso (triage), sull’ambulanza, negli ambulatori e nei reparti di degenza. Nelle strutture sanitarie, nei call center e nelle centrali operative lavorano diverse tipologie di professionisti, personale amministrativo, operatori tecnici, e socio-sanitari, infermieri e medici che supportano in tanti modi l’accesso ai servizi e il benessere dei pazienti; ma esistono altre figure come autisti soccorritori specializzati nella conduzione dei mezzi di soccorso e nel supporto a infermieri e medici nel primo intervento; ancora, tecnici radiologi, fisioterapisti, igienisti dentali e odontoiatri, logopedisti, farmacisti, e persino operatori volontari che sono fondamentali nella rete di assistenza sanitaria nella nostra regione.
Ciascun operatore ha una formazione specifica per offrire la miglior cura possibile e per questo possiamo accettare con fiducia la sua presenza e il suo intervento, ma soprattutto chiunque stia svolgendo un lavoro o un servizio volontario merita il nostro rispetto.
Avere informazioni chiare aiuta a ridurre lo stress e permette di gestire al meglio il problema di salute. Ecco alcune cose da sapere:
- quando chiamiamo i numeri di emergenza gli operatori ci faranno domande per valutare la situazione nel miglior modo possibile e inviare il mezzo più appropriato: non stanno perdendo tempo ma raccogliendo le informazioni fondamentali per fornire la miglior risposta
- ci potrebbe essere proposto di eseguire manovre di primo soccorso su una persona che sta male in nostra presenza: gli operatori ci seguiranno passo dopo passo, al telefono o in videochiamata
- se ci sembra che i professionisti dell’emergenza-urgenza, o altre figure sanitarie e amministrative non agiscano “abbastanza in fretta”, ricordiamoci che agiscono secondo procedure e protocolli condivisi e validati
- in Pronto Soccorso l’ordine di visita è determinato dalla gravità delle condizioni cliniche del paziente e non dall’ordine di arrivo: qualcuno entrato dopo di noi può aver bisogno di cure più urgenti, in base a precisi criteri clinici valutati al momento dell’accettazione (triage)
- chi commette violenza contro un operatore sanitario può subire pesanti conseguenze legali.
Anche essere informati aiuta a prevenire episodi di violenza che possono capitare in nostra presenza.
Quando si parla di “violenza” sul posto di lavoro s’intendono tutti gli eventi che vanno dagli insulti alle minacce verbali, fino all’aggressione fisica, con esiti potenzialmente anche molto gravi. Rispetto ad altre categorie di lavoratori, il personale sanitario e socio-sanitario è tra i più esposti, poiché ha a che fare con persone – siano esse pazienti, familiari o caregiver – che possono trovarsi in condizioni di delicato equilibrio psicofisico condizionato da forte emotività, vulnerabilità o, in alcuni casi, anche frustrazione.
Gli operatori dei servizi sanitari durante la loro attività sono esposti al rischio di subire atti di violenza, sia da parte dei pazienti sia da parte degli utenti dei servizi.
Dal 2024, il decreto-legge n. 137 del 1° ottobre 2024, coordinato con la legge di conversione n. 171 del 18 novembre 2024, ha introdotto misure più severe volte a contrastare il fenomeno delle aggressioni a danno del personale sanitario, socio-sanitario, ausiliario e di assistenza e cura, nonché del danneggiamento dei beni mobili o immobili destinati all’assistenza sanitaria:
- reato specifico per chi usa violenza contro gli operatori sanitari;
- pene più severe per le aggressioni, con reclusione da uno a cinque anni in caso di lesioni e fino a 16 anni in caso di lesioni gravi e gravissime; previste inoltre multe fino a 10.000 euro in caso di danneggiamento;
- se il fatto è commesso da più persone riunite, la pena è aumentata;
- arresto in flagranza di reato anche differita per chi aggredisce un operatore sanitario (C.P. 382-bis);
- maggiore protezione per i luoghi di cura, con vigilanza rafforzata.
In Regione Emilia-Romagna nel 2018 sono state indicate alle Aziende Sanitarie regionali le modalità per monitorare l’andamento del fenomeno e inserite tra le misure di prevenzione adottate per la sicurezza degli operatori anche quelle dedicate a prevenire le aggressioni.
Nel 2020 sono state inviate alle Aziende Sanitarie le “Linee di indirizzo per la prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori dei servizi sanitari e socio-sanitari nell’esercizio delle loro funzioni”.
Nel 2024, inoltre, è stato predisposto un corso di formazione a distanza, a valenza regionale, rivolto a tutti gli operatori della sanità, disponibile da marzo 2025, volto a prevenire e gestire episodi di violenza.
- Dimostriamo rispetto: usiamo un tono pacato, ascoltiamo, forniamo le informazioni richieste e collaboriamo con il personale. Ciò può aiutare a conoscere meglio la nostra storia clinica e a rendere più rapida la presa in carico e l’assistenza di cui abbiamo bisogno.
- Facciamo sentire il nostro supporto: ringraziamo chi lavora in sanità, sui social o di persona. Contribuiremo a contrastare tante voci negative che però spesso attirano più interesse e attenzione.
- Diffondiamo il messaggio: condividiamo questa campagna con chi ci sta vicino.
Uniamoci alla conversazione! Raccontiamo la nostra esperienza con il personale sanitario sui social usando #CuraperChiCura.
