Grande successo per la VII edizione di Note e Ricordi

Chiudete gli occhi. E immaginate un luogo speciale, un posto in cui bambini, giovani e anziani stanno insieme, ricordano, suonano, cantano, si divertono e divertono. Al centro Pigal, sabato 28 novembre è andato in scena la settima edizione di “Note e Ricordi” uno spettacolo organizzato da RETE in collaborazione con la scuola di musica Cepam e i bambini della scuola primaria V. Ferrari di Villa Cella. Un grande successo per lo spettacolo finale di un progetto durato un anno che ha fatto dialogare con sorriso e felicità le età estreme, bambini e anziani

Racconti di incontri, di balli scalzi, di giri in bicicletta, di momenti di vita passata, poi filastrocche, canzoni e le esperienze più intime e personali vissute dagli anziani, microstorie che si s’intrecciano con le macrostorie d’Italia, tutto in un pastiche linguistico che mescola il dialetto reggiano e l’italiano e recupera il grande patrimonio dell’oralità degli anziani.
La mattinata si è aperta con la storia di Alma, ospite dei Girasoli, che da giovane scappava sempre per ballare senza sosta anche scalza sulla ghiaia, poi è la volta della signora Marisa che anche lei ricorda le fughe e le lunghe camminate da Boretto a Brescello per incontrare l’amore e poi Giacomo, ospite delle Magnolie, ha intonato con voce ben impostata “Oi Mari” accolto con grandi applausi. La signora Luisa, ospite del Parisetti ha poi incantato tutti raccontando i suoi incontri sotto al lampione di Viale Trento Trieste, era il 1943 e lei aveva 15 anni, con tono dolce e simpatia ha ricordato le bravate con gli amici, le chiacchierate e i divertimenti sullo sfondo di un semplice lampione illuminato: la magia di un racconto che diventa reale attraverso immagini degli anni 40 che scorrono sullo sfondo come scenografia.
 

Con un salto di 70 anni lo spettacolo è proseguito con i bambini delle classi 3°, 4° e 5° della scuola primaria Ferrari di Villa Cella che, accompagnati dalla maestra Angela, hanno cantato la vivace “Roma-Bangkok” e “Aggiungi un posto a Tavola” intonata poi da tutti.

Letizia, coordinatrice dell’associazione “Mi fido di te”, è intervenuta per presentare il percorso di educazione alla solidarieta' promosso dal servizio di Pastorale giovanile rivolto a ragazzi e ragazze dai 14 ai 20 anni che prevede la possibilità di svolgere attività di volontariato a contatto con bambini, disabili e anziani, anche nelle strutture di RETE; Valeria una ragazza che ha svolto volontariato nelle case residenza ha raccontato la sua esperienza.
 

Raffaele Leoni – presidente di RETE – a metà mattinata ha preso la parola per ringraziare questa grande comunità fatta di anziani, bambini, animatrici, operatori, maestre, genitori, il circolo Pigal e la scuola di musica Cepam e tutti coloro che rendono possibile questo sentito spettacolo. Il Presidente ha ricordato che verrà realizzata una pubblicazione per documentare il lavoro svolto, un progetto annuale fatto di laboratori, di attività, di pensieri, un vero e proprio osservatorio sulle diverse età che, anche quest’anno alla sua settima edizione, ha fatto dialogare e lavorare insieme per un anno intero bambini e anziani. Il nostro compito è curare il benessere delle persone consapevoli che ogni nostra azione può contribuire alla comunità”.
Emilia Davoli, Presidente della Commissione Consiliare Servizi sociali, sanità e assistenza del Comune di Reggio Emilia, ha ricordato il sostegno dell’amministrazione comunale a RETE, anche in vista della nuova Azienda di servizi alla Persona che rivestirà un ruolo di rilevo sul nostro territorio. – “Ringrazio il Presidente Leoni che in questi anni ha reso possibile il collegamento delle case residenza anziani e dei centri diurni con la cittadinanza, che significa inclusione, accoglienza e una comunità che colloquia”.
 

Musica, narrazione e canti hanno poi continuato ad intrecciarsi in questo viaggio di ricordi sui luoghi di incontro del passato, due ore di spettacolo dell’anima, che ha sopperito all’assenza di professionalità, con racconti dalla vita vera.
Eleonora, alunna della scuola primaria di Cella, con uno splendido sorriso ha raccontato una filastrocca con una morale essenziale quanto efficace “le cose semplici sono le migliori” e gli anziani hanno ricordato a tutti quanto basta per divertirsi: “amici, un cortile e risate in compagnia”.
Ada, anziana ospite del Centro diurno “Tagliavini e Ferrari” ha raccontato, esclusivamente in dialetto reggiano, la storia del suo paltò, strappando risate a tutto il pubblico presente, Marisa ha poi intonato con voce soave “Barbera e Champagne” seguita dal racconto della signora Alfreda che con accento francese ha raccontato la festa nazionale in Francia. Per un giorno gli anziani sono tornati ragazzi: hanno celebrato i loro antichi passatempi, cantato sulle emozioni dei ricordi, rievocato i luoghi degli incontri, intonato canzoni care e quasi dimenticate. Era impossibile non notare la luce negli occhi dei più anziani, resi partecipanti attivi e chiamati a recitare fianco a fianco con i più piccoli.
Leonardo, alunno della scuola Ferrari di Cella, ha infine raccontato con gli amici “la storia di 3 bulli”, un’occasione per riflettere sulla capacità di rispettare gli altri e di riscoprire insieme il valore dell’amicizia.

Durante il percorso, la regia a più mani condotta da RETE, Cepam e la Scuola primaria di Cella ha tessuto insieme i frammenti di memoria che sono emersi con generosità da anziani e rievocati dai bambini, così come le musiche e le sonorità, armonicamente interpretate dai ragazzi musicisti del Cepam.
E’ dunque il vissuto personale che è entrato in scena e in questo sta la forza dello spettacolo, nel particolare rapporto che si è creato tra “l’attore” e lo spettatore, che si sente ammesso all'interno della vicenda di ogni protagonista, trasportato con il sorriso nel viaggio personale di colui che la interpreta. E’ un intreccio tra storie e vissuti conservati nella mente e nei cuori.

L’esperienza di un progetto multi generazionale come Note e Ricordi, che continua nel tempo e che ci insegna a essere umani, è un esempio di integrazione tra infanzia e vecchiaia, con quel tempo che fluisce e che intercorre nel mezzo: la vita.