Qualità del servizio, risanamento finanziario e innovazione

Le numerose prese di posizione che hanno preceduto e seguito l’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione di RETE, rischiano di mettere in ombra importanti aspetti relativi alla qualità e alla natura delle prestazioni e dei servizi che l’Azienda garantisce alla comunità locale.
Mentre molti soggetti gestori, pubblici e privati, di servizi per anziani in tutta l’Emilia Romagna, registrano difficoltà ad adeguarsi alle regole e agli standard previsti dalle nuove norme sull’accreditamento introdotte dalla Regione, RETE ha già raggiunto importanti risultati che permetteranno nei prossimi giorni di ottenere l’accreditamento delle Case protette e di presentarsi con le carte in regola anche per l’accreditamento dei Centri Diurni, come deliberemo nel prossimo CDA.
Questo significa sia che la qualità dell’assistenza e delle prestazioni è migliorata, anzi già oggi è superiore a quanto richiesto dalla normativa, sia che vi è stato un massiccio processo di qualificazione e riqualificazione di personale, anche con l’ingresso di coloro che hanno partecipato ai concorsi pubblici specie per la figura degli OSS.
Grazie a questi risultati sarà possibile accedere a nuove risorse del Fondo per la non autosufficienza già nel 2010, anche se in misura inferiore al previsto, e soprattutto nel 2011 con maggiori ricavi stimati, rispetto al 2009, in circa 800.000 euro.
Non mi pare proprio che questo dato segnali una scarsa attenzione del Comune e del Distretto di Reggio Emilia verso le politiche per gli anziani e verso i soggetti gestori pubblici come RETE.
Il tasso di copertura dei 580 posti letto in gran parte convenzionati nelle diverse case protette di Rete è ormai prossimo al 100% e il numero degli anziani complessivamente serviti da RETE nel 2009 è superiore del 2,14% a quello del 2008. Sono aumentate le ore di apertura dei Centri Diurni, mentre restano non completamente utilizzati solo gli appartamenti protetti. E’ noto che gli ingressi nelle strutture convenzionate avvengono sulla base dell’invio degli utenti da parte del Comune e della USL. La crescita delle liste di attesa segnala una crescente domanda sociale dei cittadini e delle famiglie alla quale RETE ha fatto fronte con l’utilizzo ottimale delle proprie disponibilità.
Come ha giustamente sottolineato l’assessore Matteo Sassi, l’allargamento dell’offerta di servizi per rispondere a una domanda crescente della popolazione richiede il reperimento di nuove risorse, in una situazione nella quale si registra e si prevede una diminuzione delle risorse finanziarie a disposizione degli Enti Locali a fronte dei tagli della manovra finanziaria del Governo.
In questo quadro ciascuno di noi deve fare la sua parte, e per questo ribadisco che il risanamento finanziario di RETE, a fronte dell’indebitamento pregresso e di quello preventivato, resta una priorità per il nuovo Consiglio di Amministrazione. Se è vero che il deficit di Bilancio era da tempo conosciuto e previsto (già in sede di approvazione del preventivo 2009), non possiamo permetterci di procrastinare l’adozione di provvedimenti ed interventi correttivi.
Questo è il primo obiettivo e la finalità che, anche nel confronto con il sindacato, chiederemo di condividere per avviare un confronto e un negoziato contrattuale sulle scelte da adottare, sulla base di proposte che contiamo di definire verso metà ottobre, che salvaguardino elevati livelli di servizio e abbiano come riferimento gli standard dell’accreditamento e la qualità del lavoro.
RETE ha il dovere di esercitare e il diritto di vedere riconosciuta anche dai Sindacati la propria autonomia gestionale e contrattuale, visto che le ASP hanno l’obbligo di operare secondo il principio dell’equilibrio di bilancio.
Le cause del deficit, che abbiamo analizzato e stiamo approfondendo in CDA, sono ben più complesse di quelle descritte, tra gli altri, sia dal direttore di Confcooperative sia dalla CGIL, pur con posizioni opposte tra loro. Minori ricavi dalla gestione finanziaria, il peso dell’IRAP, maggiori oneri del personale, pur a fronte di un significativo calo di fatturato – non avendo più in gestione l’assistenza domiciliare – anche per effetto dei rinnovi contrattuali, della contrattazione decentrata e di un ricorso massiccio al lavoro interinale che va drasticamente ridotto, crescita di altre importanti voci di spesa, non sufficiente remunerazione dei servizi, mancata adozione di provvedimenti di riorganizzazione definiti solo nei primi mesi di quest’anno, che pure oggi andranno riesaminati.
Non abbiamo alcuna intenzione di guardare al futuro con l’occhio rivolto al passato: non torneremo certo a soluzioni come quelle dell’appalto precedente l’accordo del 2008. Le stesse norme sull’accreditamento richiedono infatti una gestione unitaria delle attività assistenziali e socio sanitarie in capo al soggetto gestore, mentre sulle attività e i servizi che esulano da questo ambito potremo adottare le migliori soluzioni economiche e gestionali.
Noi ci sentiamo fra i soggetti che possono contribuire a definire e innovare le politiche del welfare, dove agiscono soggetti pubblici e del privato sociale che oggi sono tenuti a garantire uguali standard e qualità con la finalità di allargare l’offerta di servizi, come già è avvenuto in passato in altri campi, per esempio nei servizi educativi.
Per quanto riguarda Rete quindi il principio di sussidiarietà non consiste nella rinuncia a svolgere le proprie funzioni di gestione diretta di servizi e attività, ma nel costruire relazioni con la cooperazione sociale e gli altri attori per mettere a sistema i nostri saperi e rendere più efficaci le reciproche attività come nel caso dei Centri Diurni e dell’assistenza domiciliare; o nell’individuare nuove soluzioni per rispondere ad altri bisogni della popolazione anziana che oggi non trovano una completa risposta nei nostri servizi.
In questo quadro non credo proprio che sia utile, come è stato fatto nel documento della CGIL di ieri, giudicare con pregiudizio e processi alle intenzioni non solo le scelte dei Comuni soci di RETE ma la stessa autonomia gestionale dell’azienda. "

Raffaele Leoni
Presidente del CdA di RETE

Reggio Emilia 25 settembre 2010